Battaglia di Ortona: una pagina di storia dimenticata

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STORIA

La battaglia di Ortona: una pagina di storia dimenticata

Battaglia di Ortona: il cimitero canadese

Intorno al Natale del ’43 Ortona fu al centro dei destini della Seconda Guerra Mondiale, tanto da essere definita dalla stampa come “la piccola Stalingrado”. Fu una settimana di sangue che oggi viene forse ricordata troppo poco. Questa è la storia della Battaglia di Ortona.

1943: Ortona e la Linea Gustav

Passeggiare per le vie del centro di Ortona può essere un’esperienza che dà adito a sentimenti contrastanti. Si può seguire il classico percorso turistico sul Belvedere orientale, guardare dall’alto l’operoso porto, il suggestivo faro, giungendo al Castello Aragonese, che sontuoso si erge nella sua posizione arroccata sul mare. Si può passeggiare per il corso principale, tra caffè dall’aria ottocentesca, moderni negozi e chiese importanti. Eppure mai si deve dimenticare che, proprio in quelle stesse vie oggi teatro di un pigro e rilassato struscio, settantacinque anni fa si combatteva una delle battaglie più importanti e sanguinose della Seconda Guerra Mondiale: la Battaglia di Ortona.

Sulle tracce della battaglia di Ortona, il faro

Il faro a Ortona oggi

La cittadina abruzzese si trovava infatti, all’epoca, al capo orientale della Linea Gustav. Ne costituiva il punto estremo sul mare, ed era stata nel 1943 teatro della celebre e discussa fuga di Vittorio Emanuele III dopo l’armistizio dell’otto settembre.

Sulle tracce della battaglia: l’itinerario

La battaglia che vi ebbe luogo nella settimana di Natale dello stesso anno, per la precisione tra il 20 e il 28 dicembre. Fu estremamente cruenta con grandi perdite per i due schieramenti, la Germania e il Canada. Ma soprattutto costò la vita 1314 civili, cittadini inermi che ebbero la sola colpa di non aver voluto abbandonare le proprie case. Già, perché la Battaglia di Ortona si combatté per lunghi tratti casa per casa, tanto che la stampa americana si spinse a definire la città come la piccola Stalingrado.

Sulle tracce della battaglia di Ortona, il cimitero canadese

Il cimitero canadese di Ortona

Per capire meglio cosa accadde in quella terribile settimana, vi consigliamo due luoghi pregni di memoria. Il punto di partenza di questo nostro breve itinerario è il Museo della Battaglia di Ortona, noto anche come MUBA e situato nell’ex convento di Sant’Anna in via Garibaldi. Il museo è sorto nel 2002 proprio per ricordare uno scontro tanto importante quanto dimenticato, nonostante Ortona sia stata anche insignita della Medaglia d’oro al valore civile nel 1959.

Museo della Battaglia e cimitero canadese

Il museo è stato allestito valendosi delle testimonianze personali di uomini e donne ancora in vita che vissero i tragici eventi e di reperti bellici rinvenuti nei dintorni. e Decisiva la collaborazione della famiglia Berardi, proprietaria dell’omonima casa in contrada Alboreto e allora punto nevralgico delle strategie militari. La struttura è divisa in tre sezioni che ripercorrono il sentimento dei civili coinvolti loro malgrado, spesso senza nemmeno capire perché si stesse combattendo, analizzano gli schieramenti coinvolti e illustrano le strategie di quei giorni di combattimento.

Il cimitero canadese con i caduti della Battaglia di Ortona

Il cimitero canadese con i caduti della Battaglia di Ortona

L’itinerario continua uscendo dal centro di Ortona, spostandosi di qualche chilometro verso il mare, in contrada San Donato. Qui che si trova il cimitero militare canadese di Ortona, noto ai tanti canadesi che ancora oggi lo visitano, come Moro River Canadian War Cemetery. Camminare tra le 1665 lapidi bianche del cimitero significa abbandonarsi alla riflessione sul sacrificio di questi ragazzi che attraversarono l’oceano per venire a morire a Ortona, una città che altrimenti non avrebbero mai nemmeno sentito nominare. Leggere i nomi e le date di nascita e morte è un colpo al cuore – l’età media si aggira attorno ai vent’anni – come lo è immaginare le vite di questa moltitudine di giovani. Le loro famiglie e fidanzate di là dal mare, le loro automobili e i loro lavoretti estivi, tutto spezzato dall’insensatezza della guerra. Eppure il prato curato, la compostezza dei visitatori, il biancore delle lapidi, tutto emana un senso di pace che stride con la violenza senza cui questo posto non sarebbe esistito.

La battaglia di Ortona: una pagina di storia dimenticata ultima modifica: 2018-10-18T11:35:46+02:00 da Andrea La Rovere

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